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lunedì 12 gennaio 2009

L’umiltà



L’umiltà

Nell’immaginario comune la persona umile essenzialmente schiva, forse un po’ timida e sicuramente riservata. Nella Medicina Tradizionale Cinese corrisponde alla tipologia Yin, la Chiesa Cattolica considera l’umiltà una virtù, gli induisti invece sintetizzano tale concetto nella frase : “non lavorare per i frutti del tuo lavoro”. Ed è proprio questa l’idea che vorrei comunicare : l’umiltà legata alla consapevolezza del proprio talento come dono che ci è stato dato non ha nostro esclusivo beneficio. Possiamo comportarci in modi diversi riguardo a ciò che riceviamo: possiamo apprezzarlo e utilizzarlo fino a pensare che è nostro diritto , oppure riporre il dono in un armadio e dimenticarcene.In tutti e due i casi sbagliamo, l’azione che dovremmo invece mettere in atto è l’apprezzamento e la consapevolezza che stiamo utilizzando qualcosa che non ci appartiene.
Osho affermava: “i pensieri non ti appartengono, non sono tuoi “; questa frase destabilizza profondamente la convinzione che ciò che pensiamo sia nostro e i nostri pensieri siano espressione di ciò che siamo. Allo stesso sostenere che “i nostri talenti non ci appartengono “ può creare confusione , se non totale rifiuto . Ma mettere in pratica la vera umiltà parte proprio da qui : le nostre capacita sono semi che ci sono stati affidati, abbiamo il dovere di usarle senza la convinzione di operare in prima persona sentendoci magari migliori degli altri. Credo sia nocivo l’atteggiamento di chi vive il proprio valore come una distinzione e lo sfrutta , cosi come il comportamento di chi ricco di capacità non le coltiva, non le accetta e non le condivide. I talenti non espressi si perdono, e quelli esercitati egoisticamente deludono, non ci fanno stare bene anzi a volte deprimono. Basta osservare gli artisti che spesso,all’apice della loro carriera, cadono in depressioni fortissime e perdono il piacere di continuare a fare ciò che li ha resi famosi perché si rendono conto che il loro obiettivo non è stato quello della condivisione, ma solo dello sfruttamento di un talento che ha portato vuoto e delusione. Uno dei compiti principale della nostra esistenza è mettere in luce i nostri talenti, farli crescere e usarli per noi e per gli altri . Se ciascuno lo facesse nel proprio microcosmo, ci sarebbero sempre più aree armoniche. Come un dono affidatoci da un caro amico, lo tratteremo con rispetto conservandolo con amore e pensando: “che fortuna averlo e poterlo esprimere!”. Formuliamo dentro di noi un ringraziamento all’universo che ci ha voluto elargire il talento e non sottraiamoci alle richieste che ci vengono da gli altri e che possono essere risolte solo da noi e dal nostro dono. L’umiltà è proprio questo: essere coscienti del proprio valore e nello stesso tempo consapevoli di non aver alcun merito personale se non la volontà di usarlo per il nostro e per il bene comune.

1 commento:

Gaspare Messina ha detto...

Grazie per aver inserito i banner!
Ti aggiungo anch'io volentieri ai mie blog amici. A presto!

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